Ieri, 7 marzo 2015, si è tenuta a Napoli, in Galleria Umberto I, l'ennesima dimostrazione di sostegno a favore dello scrittore napoletano Erri De Luca, processato per aver manifestato espressamente il suo pensiero NoTav dichiarando che "la Tav andava sabotata". "Nella mia ora di libertà", programma radiofonico di InfoCilento che da sempre sostiene lo scrittore partenopeo, era presente ed ha partecipato alla lettura pubblica effettuata insieme a tanti attivisti tra cui lo stesso artista Renato Carpentieri, dimostrando la necessità che la società civile, i giornalisti, gli scrittori tutti, debbano tutelare non solo il diritto di parola, ma, altresì, il diritto di parola contraria.
La lettura pubblica, promossa da Raimondo Di Maio e da tutti i liberi pensatori del gruppo ufficiale FB "L'Invincibile Erri De Luca" ha sprigionato ancora una volta un messaggio di libertà ed una sete di giustizia: #IOSTOCONERRI perchè la libertà di esprimersi non può essere soggetta a censura. Nell'aula di un tribunale il prossimo 16 marzo "non sarà in discussione la libertà di parola. Quella ossequiosa è sempre libera e gradita. Sarà in discussione la libertà di parola contraria, incriminata per questo."
Compito dello scrittore è rinvigorire gli animi, aizzare alla giustizia, creare coscienza. E mentre la stampa internazionale si è mobilitata massicciamente attorno alla figura libera di De Luca, quella italiana preferisce volgere lo sguardo solo nell'orto del vicino, noncurante del suo. Ed ecco allora che si rende necessaria la partecipazione dal basso, quella partecipazione fatta di donne, uomini, ragazzi e ragazze che, senza armi, pietre o sassi ma con in mano "solo" un libro "spara" parole libere. E la forza delle parole colpirà tutti.
Quanto ieri si è verificato a Napoli interessa tutti, va al di là dei confini geografici. Qui non si processa solo uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento, qui si processa la libertà di esprimere liberamente il proprio pensiero, la libertà di resistere contro ciò che è palesemente lesivo della persona e della sua dignità. Per questo e per la sintonia che si è creata con le parole di De Luca, "Nella mia ora di libertà" ribadisce ancora una volta il suo sostegno radiofonico e non allo scrittore.
"Tengo solo a lei, e lei sta appoggiata a me con tutta la forza rimasta. E' debole, ma nelle mani no, stringe forte, ha pure scassato un bicchiere e si è tagliata. Stiamo facendo una fatica insieme. Non ti mettiamo in mezzo, è una cosa tra noi, una cosa antica di quando andavamo al ricovero sotto i bombardamenti e ci facevamo il giuramento di non farci dividere manco dalle bombe: nisciuno c'adda spàrtere. Quando uno scoppio era vicino,lo spostamento d'aria la faceva vomitare, le tenevo la testa, lei rovesciava tra i miei piedi, io ero contento che l'amore nostro sapeva fare pure quello. Eravamo fidanzati allora e stavamo stretti più degli sposi. La guerra ci dava il permesso di fare così. Se lei se ne va, io resto una maniglia senza porta". Ci piace pensare, stavolta, che la "LEI" in questione sia il sentimento di GIUSTIZIA, di LIBERTA'.